Inchiostro: chi siamo

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Inchiostro

la rivista per gli scrittori esordienti

Inchiostro è la prima rivista specificamente riservata agli scrittori esordienti e dilettanti. Pubblica, infatti, opere scritte da non professionisti, inviate in redazione e scelte da un apposito comitato di lettura. Inchiostro, che è la prima e più diffusa rivista italiana di narrativa, è ormai giunta al diciassettesimo anno di vita. Lo spirito per cui è nata è quello di dar voce a quegli autori che, altrimenti, sarebbero costretti al silenzio o all’anonimato per l’impossibilità di pubblicare i loro lavori e, quindi, di farsi conoscere.

Su Inchiostro, principale vetrina italiana per gli esordienti, si pubblica in modo del tutto gratuito. I racconti appartengono a tutti i principali generi della narrativa. Su Inchiostro ci sono poi alcune pagine dedicate alla poesia, anch’esse proposte da esordienti; recensioni di novità editoriali e interviste con scrittori affermati o addetti ai lavori che danno consigli a chi è alle prime armi. Non mancano i suggerimenti “tecnici” destinati agli autori che vogliono tentare il debutto nel mondo letterario, interviste a esponenti delle case editrici, che suggeriscono modi e metodi attraverso i quali può avvenire il “primo contatto”, e infine uno spazio dedicato ai siti Internet che si occupano di esordienti.

Inchiostro svolge anche l’attività di service letterario, cioè la lettura di manoscritti (romanzi o raccolte di racconti), con valutazione critica tramite stesura di apposite schede valutative e lavoro di correzione bozze ed editing orientato ad un’eventuale pubblicazione. Il service letterario si conclude con un incontro finale fra l’autore stesso e i lettori professionisti di Inchiostro, durante il quale vengono presi in esame limiti e punti di forza dell’opera e suggeriti gli interventi più efficaci per aumentare le concrete chances di pubblicabilità.

In collaborazione con alcuni tra i migliori docenti italiani, inoltre, Inchiostro organizza corsi di scrittura creativa, sia di tipo “tradizionale”, sia con la formula delle vacanze-studio residenziali, organizzate in località di particolare richiamo.

 

Il primo editoriale

Caro lettore,

per prima cosa, scusa il disturbo. Quello che hai in mano è il primo numero di «Inchiostro, rivista di storie e racconti da leggere e da scrivere».
Che senso può avere, in un panorama italiano che vede la presenza di 4.500 pubblicazioni – testata più, testata meno – vendute in edicola, dare vita ad un nuovo periodico?
Per questo mi sento di chiederti scusa per il disturbo, per avere cioé contribuito, con questa iniziativa, ad entrare in un mercato già fin troppo affollato. Tuttavia, mi sento in dovere anche di spiegarti perché, insieme con i miei collaboratori, ho ritenuto che valesse la pena di dare vita a questo progetto.
Nel suo piccolo, questa testata è assai diversa da tutte le altre presenti in edicola o in libreria. «Inchiostro», infatti, può essere definita la prima rivista completamente interattiva del nostro panorama editoriale. E questa, oltre ad essere la sua peculiarità, ne costituirà insieme il filo conduttore e l’asse portante. Un po’ il suo marchio di fabbrica, insomma.
Sicuramente, una nuova avventura come questa non può fare a meno di una buona dose di temerarietà, forse anche di presunzione da parte di chi vi ha dato corso: di questi tempi, mettere in piedi una nuova iniziativa, soprattutto in campo editoriale, necessita di un certo coraggio.
Ma se forse non ci manca una vena di follia, è altrettanto certo che, prima di varare la nave di «Inchiostro», la redazione ha valutato molto concretamente i pro e i contro, i reali margini di riuscita e le difficoltà connesse con la nascita di questa pubblicazione. E, alla fine, siamo arrivati ad una conclusione molto elementare, quasi semplicistica, anche se nel contempo un po’ ambiziosa: «Inchiostro» trova la propria ragione d’essere nel fatto che risponde ad una precisa esigenza, ad un esplicito bisogno. Quello di far sì che esista una rivista di carattere letterario che sia alla portata di tutti (come linguaggio, ma anche come prezzo di copertina) e, soprattutto, che sia realizzata e fatta crescere, numero dopo numero, dai suoi stessi lettori.
Proprio per rispondere a questa che è una necessità avvertita da molti, abbiamo dunque dato vita ad «Inchiostro», ideando una formula nuova, fresca e inedita. Come nuove, fresche e inedite – e faremo in modo che sia davvero così – dovranno essere le storie e i racconti che pubblicheremo.
Un ulteriore elemento distingue poi questa rivista da altre pubblicazioni che, pure in modi e in tempi diversi, hanno percorso un analogo cammino. «Inchiostro», infatti, pubblicherà i lavori dei suoi lettori in modo del tutto gratuito. Anzi, per le storie migliori, è prevista addirittura l’assegnazione di un “premio”, anche se poco più che simbolico, che ripaghi gli autori della loro fatica. Insomma, pur con i nostri mezzi che non sono certo illimitati, abbiamo fatto una precisa scelta: quella di non pubblicare chi paga di più, ma solo chi, a nostro giudizio, più merita. In altri termini, su «Inchiostro» usciranno solamente i racconti che reputeremo più validi: nello scrivere, come nella vita, non è vero che siamo tutti uguali. Ed è giusto che i migliori siano premiati.
Sappiamo già che, così facendo, ci esporremo a tante critiche sul merito del materiale pubblicato. Come tutti coloro che compiono delle valutazioni, saremo inevitabilmente accusati di arbitrarietà, di superficialità, di incapacità di giudizio.
Da parte nostra, mettiamo le mani avanti: questi rilievi saranno spesso giustificati. Non abbiamo assolutamente la pretesa e la presunzione di emettere in ogni circostanza verdetti condivisibili, e tantomeno insindacabili.
Tuttavia, di una cosa posso garantire il lettore. Nelle decisioni che saranno prese dal gruppo di lettura appositamente creato, a fare da bussola sarà soltanto il gusto personale, e nessun altro criterio o considerazione. Il che, se permettete, nel mondo dell’editoria di oggi non è poco.
Forse, è proprio questo spirito che caratterizza l’avventura di «Inchiostro» ad aver convinto un personaggio del calibro di Guido Crepax a disegnare la copertina di questo numero, e a farlo in maniera completamente gratuita, senza chiedere nulla in cambio.
Il “grazie” che dobbiamo a lui racchiude e rappresenta quello che diciamo alle tante altre persone che, a titolo di pura passione, ci hanno dedicato il loro tempo e le loro energie. Senza il loro contributo, e non è retorica sottolinearlo, il vascello di «Inchiostro» sarebbe ancora fermo in porto. […]
L’impresa che aspetta tutti noi non è sicuramente delle più facili. Siamo piccoli ma, anche e soprattutto con l’aiuto di chi ci seguirà, speriamo di poter crescere.

Giampiero Dalle Molle

estratto dall’editoriale di
Inchiostro, Anno 1 – Numero 1 – Giugno/Agosto 1995